Pubblico una foto scattata una ventina di anni fa (’96) in un Collamico ancora morfologicamente poco definito, a casa di Massimo, in quel momento oltremodo irrequieto perché reso infermo da una frattura capitatagli alla gamba destra. Tre amici e tre diverse personalità. Gino, da sotto il tavolo, cerca di infastidirlo, come si fa tra ragazzi, insultandolo amichevolmente e cercando di farlo urlare a forza di pizzicate. Ed io che lì per lì mi vergogno un po’, perché la cosa non era stata annunciata: non avevamo avvisato nessuno dei familiari che saremmo scesi da Corcumello per andarlo a trovare. Ma a Corcumello si sa, si usa così, non si avvisa chi si va a trovare. Veniamo accolti splendidamente, con caffé, dolci e liquori vari. È una circostanza veramente particolare, perché noi, da ragazzacci impenitenti quali siamo (in dialetto saremmo stati definiti pollitri), certamente non sappiamo ancora quale direzione prenderà effettivamente la vita di ognuno, ma sappiamo bene che quello capitato in quel pomeriggio è un evento irripetibile: stavolta, la gamba rotta di Massimo ci ha costretto ad incontrarci all’interno di una casa e non – come al solito – all’aperto. Ciò non è sfuggito nemmeno alla sorella di Massimo, che decide di immortalare un evento raro e direi – ora che riscopro la foto – inestimabile.