Corcumello e le espressioni per parlare con gli animali
Da un mio post su Facebook
È noto che ogni lingua codifica attraverso il proprio sistema fonetico i versi degli animali: se per un italiano il gatto solitamente fa “miào”, per un inglese fa “meeow”, per un tedesco “miau” e per un francese “miaou”, etc… (chi è interessato può consultare questo accurato studio dell’Università di Adelaide). A Corcumello? Ebbene per un corcumellano un gatto fa “gnàu” (che a volte oscilla, con altro accento, in “gnaù”). Inoltre, in ogni società a base contadina – come quella corcumellana – si sviluppa una sorta di prosopopea dell’animale domestico e da lavoro, probabilmente perché con quello si è (o, meglio, si era) costretti a passare gran parte della giornata. Gli animali subiscono pertanto un processo di personificazione e ci si rivolge loro con comandi ed esortazioni del genere:
1) richiamare l’attenzione del maiale: dde’ Nino dde’.
2) richiamare l’attenzione delle galline: pipé, pipé.
3) fermare mulo o cavallo: jiiiii! – arre’ qua! – poggia llà!
4) fermare l’asino: paùccia!
5) fermare la mucca: fe’!
6) dare il via al mulo, cavallo, asino, mucca : aah!
7) richiamare e/o dirigere le pecore (anche una singola): ‘ttaqquajàaah! – pru-e-tèh, pru-e-tèh!
8) richiamare il cane: ttéh, ttéh!
9) richiamare il gatto: miish, miish!
10) scacciare il cane: passi via! – pussa via!
11) scacciare il gatto: frusta via!