Perché un sito su Corcumello
Corcumello Village vuole essere il portale culturale di Corcumello, un piccolo paese della Marsica, nella provincia dell'Aquila. L'idea di dare vita a un sito nasce ovviamente per rendere possibile la consultazione di qualsiasi genere di documenti: testi, foto, filmati, etc. L'intento tuttavia non è soltanto quello di mettere a disposizione del materiale per chi ne fosse interessato, ma di creare un piccolo ambiente che faccia sopravvivere il paese - e quel che rimane della sua 'cultura' - almeno su internet: nonostante si assista oramai ad un disorientato effetto globalizzante delle così dette culture egemoni su quelle considerate marginali, sarebbe opportuno fare in modo che storia, lingua, costumi e atteggiamenti tipici di un piccolo centro marsicano - insieme a quella che solitamente viene definita mentalità - vengano ancora presi in considerazione; se non altro per tentare di comprendere quanto di nuovo e di autentico - se esiste - Corcumello riesca oggi ad esprimere, magari rapportandolo alle sue tradizioni più esemplari e più antiche. Certamente - a scanso di equivoci - va sottolineato che la volontà di testimoniare usi e tradizioni di un borgo d’Abruzzo non è dovuta a quel provinciale smarrimento o a quella passiva deferenza che alcuni talora mostrano di provare dinanzi alle culture "urbane", né tanto meno tradisce il desiderio di accanirsi terapeuticamente su tutto ciò che esprima un malinconico passato di Corcumello: rivolgere lo sguardo all’indietro nel tempo non significa limitarsi a delle rituali e sospirate laudationes temporis acti, oppure perseguire feticismi di natura esclusivamente antiquaria, ma dare al soggetto Corcumello la giusta collocazione all’interno di una prospettiva anzitutto storica. Mentre assistiamo al disfacimento di un sistema culturale e disciplinare che oramai si basa prevalentemente su vacui nozionismi da schedario (stile Wikipedia) e - quel che è peggio - trova poi nella fenomenologia dello spectaculum inteso come 'evento' la sua unica realizzazione, questo sito si sforza di promuovere il concetto di cultura come passione per la ricerca, tentando - per quanto possibile - di approfondire la varietà dei temi trattati e di stimolare nel lettore curiosità e interesse. Per tale motivo chi scrive ritiene che la migliore forma editoriale sia quella dell’articolo scritto, ovvero di un mezzo comunicativo che presupponga una riflessione, poggi su una struttura ‘ragionata’ e non sia solamente un collettore di istintive e telegrafiche improvvisazioni (penso all'utilizzo talora improprio e desolante dei social network). Tenendo conto di tutto ciò, Corcumello Village intende non soltanto considerare il passato, ma anche il presente e il futuro del borgo, cogliendo della sua ‘civiltà’ i tratti più caratterizzanti e fornendo ai propri contenuti un’impronta culturale nell'accezione più ampia che tale termine possa assumere.
Alessandro Valente
Corcumello
Corcumello è un borgo medievale dell'Abruzzo occidentale (Marsica), situato nel bel mezzo dell’Appennino dell'Italia centrale. Attualmente il paese conta poco più di duecento anime, per la maggior parte residenti fuori dal borgo vero e proprio, anche se tra la fine dell'Ottocento e il primo dopoguerra gli abitanti superavano di gran lunga la quota del migliaio. Il suo nucleo urbano più antico, risalente verosimilmente aI secoli XII-XIII, si sviluppa ad un’altitudine che varia tra i 750 e gli 800 metri sul livello del mare e si estende per lo più in altezza, tra vicoli angusti, strade ripide e sentieri scoscesi, costituendo per questo uno dei modelli abitativi medievali più caratteristici e meglio conservati nella Marsica. Disteso sul versante occidentale del colle che occupa, il borgo si affaccia ad Ovest verso un valico naturale, formato dai monti Girifalco e Arezzo, e ad Est verso l'altopiano dei cosiddetti Piani Palentini. Se durante l'estate il clima è piuttosto mite e mai torrido, in inverno risulta decisamente rigido, con temperature che rimangono sotto lo zero anche per periodi abbastanza lunghi. Oltre alle condizioni atmosferiche, non sempre agevoli, lo stato fortemente depresso del settore economico marsicano intervenuto negli ultimi tempi ha accelerato quel lento fenomeno di spopolamento che il borgo subiva oramai da oltre trenta anni. Nel periodo estivo, tuttavia, grazie ad un temporaneo ma significativo aumento della popolazione, Corcumello riesce a dare spazio a svariate manifestazioni di carattere popolare, con concerti, giochi e tornei all'aperto, serate musicali, iniziative per bambini, etc. In questo periodo, oltre agli appuntamenti con le ricorrenze religiose (il 10 di Agosto si festeggia S. Lorenzo, patrono del paese), caratteristica di Corcumello è la Sagra della marrocca (pannocchia di mais) che vede il paese festante dal pomeriggio del 14 Agosto fino a tarda notte. In autunno invece ricorre il festeggiamento di S. Martino (11 Novembre) e in pieno inverno quello di S. Antonio abate (17 Gennaio).
Terzo esperimento di traduzione – Marziale 12,7

Un altro esperimento di traduzione. Stavolta attingo a Marco Valerio Marziale (noto epigrammista latino vissuto nel I secolo d.C. e morto agli inizi del II). Ho scelto un epigramma a mio avviso molto divertente (a tratti quasi imbarazzante), che irride la pietas del povero ‘cliente’ Etòne. Un episodio che l’autore – come al suo solito – presenta esaltandone gli aspetti comico-satirici, senza per questo rinunciare a fornire uno spaccato di vita della Roma imperiale decisamente realistico. Multis dum precibus Iovem salutat Stans summos resupinus usque in ungues Aethon in Capitolio pepedit. Riserunt homines, sed ipse divom Offensus genitor, trinoctiali Adfecit…
Riflessioni di Settimio nel gelo

…all’amica Nadia di Segni, che sola crede che io debba continuare a scrivere… Un mio zio, dal parlare fluido e colorito, inframezzato da imprecazioni e a volte da bestemmie, che non sembravano tali, tanto gli venivano spontanee, mi raccontava spesso, pensando di non averlo mai fatto prima, una storia, che ebbe come protagonisti un suo cugino, che chiamerò Settimio, e don Alessandro Vetoli. Il sottoscritto, data la sua tenera età all’epoca del racconto, si scusa per non essere riuscito a capire dove finiva la verità e dove iniziava l’invenzione. C’è voluto non poco impegno per ricostruire l’avventura di Settimio alle…
L’affresco della chiesa di S. Lorenzo

Sulla chiesa di S. Lorenzo di Corcumello le notizie che abbiamo mi paiono scarse e in alcuni casi piuttosto approssimative. Di solito viene “snobbata” dagli studiosi, perché alcune parti dell’interno sono considerate un po’ pacchiane, con decorazioni giudicate sovraccariche e piuttosto stucchevoli. Però, una cosa assai pregevole (forse l’unica ad essere rimasta originale), mi sembra ciò che rimane dell’affresco absidale di epoca rinascimentale (?) raffigurante il martirio di S. Lorenzo. Sulla destra, in mezzo a un gruppo di persone, forse si riesce ancora a scorgere proprio il volto del santo mentre sta per essere accompagnato al martirio. Sulla sinistra altri…
Possiamo Creare Un Lessico Formale Per La Sopravvivenza del dialetto Corcumellano?

Austin Curtin scrive su Corcumello Village: “Ciao a tutti. I miei antenati provengono da questo paese molto speciale. L’unica volta che sono stato a Corcumello è stata l’anno scorso in agosto. Dato che vivo in America e non ho la capacità di parlare con voi faccia a faccia, è difficilissimo di imparare/studiare il dialetto corcumellano. Ho una richiesta per voi, e ha le conseguenze enorme. Pensate che sia possible di creare un lessico formale del dialetto corcumellano. Il libro che possiedo ‘Canti e detti popolari’ non spiega la grammatica o la sintassi. Lo so che quello che vi sto chiedendo…
L’antica ‘mola’

Ruderi dell’antica “Mola” ad acqua di Corcumello, una volta alimentata dalla corrente del fiume Imele. Il mulino ad acqua, specialmente durante l’alto medioevo, rappresentava una delle strutture più importanti per la vita locale e divenne elemento indispensabile soprattutto a partire dall’epoca in cui i vari centri assunsero un assetto socio-economico di stampo curtense. I resti di questo antico mulino si trovano in quella località che i corcumellani attualmente chiamano ‘il ponte vecchio’ (distinguendola in tal modo dall’altra, ‘il ponte nuovo’, più nota perché facilmente raggiungibile per chi si dirige verso Scurcola Marsicana passando attraverso i Piani Palentini). Ciò che rimane…
In attesa della Pasqua

Puntuali anche quell’anno erano tornati i Missionari. Li chiamarono “quelli con il cuore di legno”. Erano i religiosi Passionisti, che portavano, appeso alla tonaca nera, un cuore, scolpito probabilmente nel legno, trafitto da una corona di spine e sormontato dalla croce, per non scordare gli strumenti di sofferenza e di morte con cui Cristo aveva redento gli uomini. Tuttavia, nonostante i segni di sofferenza in bella vista sul loro petto, i missionari dimostravano di essere persone allegre e ottimiste, portatrici di cariche positive, che servivano di consolazione ai credenti e risvegliavano nei più disincantati e scettici, almeno per un certo…
Corcumello Old Time

Foto di Corcumello databile agli anni Sessanta. Rispetto ad oggi appare ben più visibile il nucleo urbano originario intorno al Castello e, in generale, il complesso abitativo formatosi nella fase di incastellamento sembra più definito. La Chiesa di S. Lorenzo risulta effettivamente molto distaccata e distante dall’abitato, per l’appunto fuori da quelle mura di cinta (extra moenia), il cui tracciato rimane senza dubbio più facile da individuare. Anche la notevole struttura presente nella parte più alta del borgo – che si ipotizza essere un’antica chiesa di S. Giovanni – presenta ancora una facciata in pietra integra e uniforme. Peccato che la…
Jo vécchio, jo varzitto e l’asenétta

Rielaborazione dialettale di un’antica fiaba persiana ‘Na ‘ota, ‘no vécchio che abbitéa a ‘no paesìtto e se lla passéa male, ‘oléste ji’ a vénne ‘no póco de cacio alla città pe’ fa’ càe ssórdo. Siccome però tocchéa ji co’ ‘n’asenétta e la via era lónga, decidéste de portàrese puri jo nepóte, ‘no varzìtto de sett’ ott’ anni, coscì tenéa la combagnìa durante jo viàjo. Jo vécchio, allora, facéste sàlle jo varzitto ‘ncima all’asenétta e, reggènne la capézza, se ‘ncamminéste a ppète. Mo’, cómme arrivìstoro ajo primo paéso, jo vécchio sentéste dìce dalla ggènte: – Aocchiéte…
La mappa dell’Abruzzo Ulteriore di Natale Bonifacio

Un documento che rappresenta piuttosto bene il grado di conoscenza che si aveva della geografia abruzzese verso la fine del ‘500. Una stampa datata al 1587 (presso l’editore Nicolas Van Aelst) di una mappa dell’Abruzzo Ulteriore e che riporta, quindi, anche località relative alla Marsica. A quanto pare, la mappa viene stampata a partire da una precedente e identica rappresentazione geografica dell’Abruzzo Ulteriore intagliata su tavola (quello che oggi chiameremmo un “plastico”), dunque realizzata a tre dimensioni. L’artista, sia della tavola sia della stampa, è un personaggio di origine croata, Natale Bonifacio da Sebenìco, gravitante intorno alla corte dei papi…
La “panetta” di San Nicola

La vita quotidiana di Corcumello -ma lo stesso è probabile che possa dirsi di quasi tutti i paesi a prevalente cultura pastorale e contadina- era permeata da un profondo senso di sacralità e religiosità. Sacra la vita, dono di Dio, sacra la terra, francescanamente nostra buona madre, perché dà e alimenta la vita. Ad essa era dedicata grande cura, dimostrata giorno dopo giorno col sudore versato dai suoi figli per lavorarla e per averne sostentamento. Accarezzata con la zappa o penetrata con la vanga o lacerata dall’aratro, ogni contadino sapeva come trattarla senza provocarle danni. Sacro era il pane. Era…
Il Quarantotto (e dintorni) di Corcumello

C’è un anno che è diventato sinonimo di casino per alcuni, per altri invece inizio di nuovo ordine politico e sociale. E’ il Quarantotto. Il 1848, per la precisione, anno in cui fremiti di libertà, indipendenza e conseguenti tumulti attraversarono mezza Europa, Italia compresa. Da quell’anno infatti, nonostante tutto, gli italiani, per restare a noi, o quelli che, secondo le aspettative dei padri della patria, erano candidati a diventare tali, incominciarono a parlare con più insistenza dell’Italia unita, sognando e progettando una patria comune per tutti gli abitanti dello stivale, “dalle Alpi al Lilibeo”, secondo il verso poetico di Manzoni, e…
Quando repènzo…

“Con questa composizione dialettale in versi liberi e rimati, ho voluto fotografare uno spaccato di vita “corcumellana” di fine anni 50/ primi anni 60, quando io avevo appena dieci anni. Questo semplice modo di vivere ed i personaggi descritti mi sono rimasti sempre nella memoria, ma soprattutto nel cuore. . . chi sa forse anche a quanti di voi..” Lillóno QUANDO REPÈNZO… Era più notte che jorno, quando, ‘na sera de Luglio, tra ‘na canzone e n’atra deglio Chiochiaro. . . alla Spiazzetta pe’ avvisa’ la gente, se sentéa zi’ Pietro jetta’ jo banno pe’ ‘na cósa urgente! Cógli cotturigli…